domenica 22 aprile 2012


LA LUCE E I SUOI PERCORSI PASSIONALI

www.youtube.com/watch?v=PzFKjShgfgg


La luce abbraccia il nostro quotidiano e da secoli anche il nostro vivere notturno. Non è un caso che si parli sempre più frequentemente di come stia evolvendo il nostro panorama della luce come artificio di innovazione, di intelligenza e di maggior comune consapevolezza verso i luoghi che abitiamo, e che solchiamo giorno dopo giorno. La luce istintiva appartiene ad una dimensione estranea ai vincoli e alle logiche di progetto, è espressione di una forma di energia libera e non condizionata, probabilmente perché fluisce senza limiti in tutti i campi della materia, ma scorre anche senza freni nella vastità dell’impalpabile etere seguendo le leggi dell’universo.

 La comprensione del livello espressivo intermedio in cui ci troviamo è ben rappresentata dalla natura dei due culmini estremi opposti: il meraviglioso mondo delle particelle luminescenti animate negli abissi dei nostri oceani e diversamente l’irraggiungibile estensione delle costellazioni dei nostri cieli. Forme viventi in magici movimenti luminosi nascoste a centinaia di metri di profondità, quasi a rappresentare quella parte dell’inconscio di cui solo una realtà infinitesimale può essere esplorata e conosciuta in un dato momento del presente. All’estremo opposto nuvole puntiformi di spie scintillanti estese nell’infinito che potrebbero suggerire l’appartenenza ad una dimensione cosmica famigliare ma solo nell’apparenza, dato che l’universo è in continua inesorabile evoluzione. Tuttavia, un terreno intermedio esiste e permane, nonostante sia anch’esso legato al fenomeno dell’inarrestabile trasformazione, ed è costituito da una uno strato atmosferico in cui abitiamo da millenni e che conosciamo sotto il nome di superficie terrestre. In questa dimensione i fenomeni di luce vengono acquisiti molto frequentemente come espressione di manifestazioni scontate e ripetitive, senza significative distinzioni tra la luce del giorno e la luce della notte: prevale l’istinto di “sopravvivere abitando”, quel istinto che porta inesorabilmente a ricercare le condizioni migliori seguendo un percorso della mente progettata e non del libero istinto naturale. In questo contesto la Pelagia Noctiluca delle profondità marine non potrebbe rispondere del suo progetto luminescente, così raffinato, se non fosse per la sua semplice natura di sopravvivenza, emanazione di uno straordinario processo evolutivo che coinvolge l’arte di segnalare e comunicare con pulsazioni bio-luminescenti. Peraltro, la costellazione boreale dei Gemelli non potrebbe assumersi il merito di aver guidato spedizioni marinare in condizioni difficili di navigazione nei secoli. Le stelle risiedono per legge universale dove sono, come la Noctiluca vive per sua natura nelle sue profondità.

 Il punto fondamentale risiede nel fatto che entrambe, senza saperlo, ci offrono una visione dell’esistenza straordinaria, portandoci ad una riflessione stimolante per la nostra concezione di habitat luminoso. Esistono cromaticità naturali, associate a bassissime luminanze che non seducono solamente la nostra mente ma accedono ai codici più remoti della nostra interpretazione corticale.

 "Bobtale-squid" bioluminescenza marina

 Elettroluminescenza: Oled e LED


Comprendere come l’interpretazione fisiologica delle caratteristiche della scena luminosa crepuscolare stimoli la nostra pulsione emotiva più istintiva e remota, costituisce uno dei temi di ricerca più affascinanti in materia progettuale. Infatti, l’idea che il terreno fertile di transizione si collochi tra due estremi della visione, le tenebre e lo spazio cosmico, offre lo spunto per accedere ad una dimensione del progetto, ovvero di una visione della realtà notturna, che tenga conto sia dell’ignoto nascosto come del visibile ostentato. Questi due aspetti trovano riscontro in un filone nascente, una nuova interpretazione dell’ambiente circostante, seguendo gli effetti di luminescenze eredi delle bioluminescenze in grado di costruire la scena visiva, ma soprattutto di racchiudere in essa i significati del rapporto tra natura e uomo.

 Lucciola: bioluminescenza in natura

 Weston supermare, arch. Tosetti: fosforescenza integratata in resina


 Gli elementi del nostro habitat primordiale possono dunque rientrare in scena secondo nuove “gerarchie” suggerite dal principio della sostenibilità visiva. In un certo senso è come se l’uomo entrasse a pieno titolo alla riscoperta di un eco-sistema nello spazio antropizzato, attraverso un nuovo itinerario dei sensi, materializzato da tracce delicatissime e soffuse di segni luminosi, perseguendo armonie universali e perenni.

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